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"il Timeo" di Platone

Così il dio, avendo posto acqua e aria in mezzo al fuoco e alla terra, e componendoli fra di loro, per quanto era possibile, secondo la stessa proporzione, in modo che come il fuoco stava all'aria, così l'aria stava all'acqua, e come l'aria stava all'acqua, così l'acqua stava alla terra, unì insieme e compose il cielo visibile e tangibile.

E in questo modo e mediante questi quattro elementi il corpo del mondo fu generato, secondo un'armonica proporzione, ed ebbe tale amicizia che riunito in se stesso non può essere sciolto da nient'altro se non da colui che lo legò insieme.

La composizione del mondo ha assunto in sé ciascuno di questi quattro elementi, presi nella loro totalità. L'artefice lo formò mediante tutto il fuoco, tutta l'acqua, e tutta l'aria e tutta la terra, senza lasciare fuori nessuna parte o proprietà di nessun elemento, e innanzitutto lo concepì perché l'essere vivente fosse, nella sua totalità il più possibile perfetto e composto di parti perfette, inoltre perché fosse uno, dal momento che non era stato lasciato nulla da cui si potesse generare un altro simile, ed infine affinché non fosse soggetto a vecchiaia e a malattia, tenendo conto che ad un corpo così formato il caldo e il freddo e tutti quanti gli agenti dotati di intense energie, circondandolo dall'esterno e assalendolo intempestivamente, lo dissolvono e lo fanno morire infliggendogli malattie e vecchiaia.

 

Per questa ragione e in base a tale considerazione egli ha formato quest'unico tutto, costituito da tutti gli elementi, perfetto e immune da vecchiaia e malattia. Quindi gli assegnò una forma adatta e affine.

Platone - Il Timeo