Stonehenge, “l’astrocomputer megalitico”
Il sito archeologico di Stonehenge, riconosciuto dall’UNESCO come “Patrimonio dell’Umanità” dal 1986, sorge nella Piana di Salisbury nella regione dello Wiltshire in Inghilterra.
Composto da un insieme di megaliti, ovvero grandi pietre disposte in circolo, ha il significato di “pietra sospesa”, da: stone = pietra ed henge, che deriva da hang = sospendere: in riferimento agli architravi.
La costruzione del complesso di Stonehenge risale al periodo neolitico (circa 5.000 anni fa) e iniziò partendo dalla realizzazione di un terrapieno con un fossato che lo circondava.
Lungo questo perimetro delimitato, furono poste in cerchio delle lastre di granito dette "pietre azzurre" per il loro colore.
Intorno al 1500 a.C. venne innalzato il circolo di enormi blocchi di pietra: un anello fatto di monoliti di pietra arenaria, sormontati da altri monoliti, in modo da formare tanti triliti
(letteralmente "tre pietre") manufatti costituiti da due elementi verticali che sorreggono una architrave.
È noto che Stonehenge è stato il crogiolo della cultura celtica e per i sacerdoti Druidi rappresentava un osservatorio astronomico che permetteva di officiare i rituali sacri legati
all’osservazione dei movimenti del cielo.
Indubbiamente questo luogo dà adito a molte suggestioni!
Dal punto di osservazione dell'Astrologia si può certamente sostenere che Stonehenge sia stato un antesignano dei moderni computer.
Gli anelli di pietre giganti e bastioni e i terrapieni artificiali, vennero disposti in modo tale che fosse possibile predire tutti i fenomeni del il Sole e della Luna. Gli allineamenti delle pietre di confine artificiali erano orientati verso i due Luminari.
La parte più antica (2000 a.C. circa) consiste di sponde esterne con due terrapieni, la "Avenue", con numerosi megaliti, e le "buche di Aubrey".
Partendo dalla posizione di queste “buche”, era possibile rilevare diversi elementi: intanto era possibile determinare gli equinozi (giorno e notte di uguale durata) e i solstizi (giorno più lungo e quello più breve), e di conseguenza poteva essere usato come un calendario, inoltre vi era la possibilità di stabilire il giorno esatto e l'ora di ogni eclisse solare e lunare.
Solo dopo molto tempo da quella remota epoca si comprese che le eclissi si verificano a intervalli molto irregolari e hanno un ciclo di 18,61 anni (periodo che corrisponde al ciclo dei Nodi Lunari), ma quegli antichi costruttori pur ignorando la linea dei Nodi Lunari, le posizioni variabili della levata eliaca e lunare, e senza sapere che un'eclisse può aver luogo solo quando la Luna sorge nell'orbita solare (l'eclittica), costruirono questo perfetto “astrocomputer megalitico".
L'anello delle "buche di Aubrey” rappresentavano un vero e proprio "abaco astronomico" e funzionavano proprio come una sorta di moderno computer:
- La circonferenza contiene 56 buche; se una pietra viene posta come indicatore nella buca 56, e se ogni anno viene spostata di tre buche in senso antiorario, la vedremo raggiungere la buca 54 in diciotto anni, e l'anno seguente inizierà un nuovo ciclo dalla buca 1. Dopo altri diciotto anni la pietra si troverà alla buca 55 e l'anno seguente il terzo ciclo inizierà dalla buca 2. Infine, dopo altri diciotto anni, la pietra si troverà di nuovo nella buca 56, pertanto avrà concluso un “ciclo.
Usando questo accorgimento, i costruttori superarono il problema delle frazioni: tre volte 18,61 anni equivale a 55,83 anni (invece di 56). Il piccolo scarto produceva un'imprecisione che dopo 360 anni doveva essere corretta spostando la pietra di una buca.
Pertanto lo spostamento annuale della pietra di tre buche forma un angolo di 19° 17' 08" – angolazione molto vicino a quello che è il moto retrogrado naturale del Nodo Lunare in un anno (che è: 19° 20' 08").
E così la conoscenza degli antichi “signori” di Stonehenge aveva focalizzato il ciclo dei Nodi Lunari, punti focali che non esistono concretamente, ma che esprimono energie fondamentali.
In quell’epoca questo sistema risultò basilare per stabilire l’avvento delle eclissi determinando il giorno e l'ora dell'evento, diventando così anche una sorta di calendario soli-lunare.
Oggi molti astronomi, fra cui l’americano Gerard Hawkins, sostengono che Stonehenge era un grande “computer di pietra” che permetteva di effettuare dei complicati calcoli sul sorgere e tramontare del Sole, sui movimenti della Luna e sulle eclissi.
Ma Stonehenge è stato anche un centro religioso, e questa ipotesi è avvalorata dai risultati di numerosi scavi - in particolare in alcune nelle "buche di Aubrey" – dove sono state rinvenute ceneri e frammenti ossei, evidente indizio di riti funerali.
Esiste un’ipotesi secondo la quale i resti mortali di seguaci del culto di Stonehenge venivano posizionati nella "buca di Aubrey" che marcava il Nodo Ascendente al momento della morte - per facilitare il passaggio dell'anima all'altro mondo.
Per i Druidi i rituali legati alla luce (simbolicamente connessi al giorno più lungo e quello più breve dell'anno) erano un segno di come la vita (rappresentata dal Sole) prendesse il sopravvento sulla morte (le tenebre della notte) e l'alternanza delle fasi solari assumeva un valore magico.
Oltre a questi miti, a Stonehenge sono legate delle leggende, una di queste racconta che fu costruita dal mago Merlino il quale riuscì a trasportare fin lì i pesanti massi prelevati in Irlanda per mezzo di potenti forze magiche, lo scopo era quello di erigere una sorta di tempio che doveva diventare l’ “osservatorio delle sette porte e delle sette finestre”… forse una struttura in cui era possibile comunicare e mettersi in contatto con forze o entità extraterrestri !?!
Perciò come si può rispondere alla domanda sul significato di questo antico luogo?
Era un tempio per l'adorazione del Sole?... un enorme calendario?... un centro di guarigione?... o un luogo di sepoltura? … o forse era tutte queste cose! ?
A molti piace affermare che Stonehenge rappresenta uno dei “misteri del Mondo”, ma molto probabilmente si tratta semplicemente di un luogo dove, in un tempo lontano, convergevano tutto il “sapere”, le scienze, la spiritualità e la religione … un tempo dove – forse – tutto era UNO.