Cancro - il Mito
Il Mito
Al segno del Cancro sono legati diversi miti.
I più arcaici riconducono al Culto della Dea Madre
presente in tutte le antiche culture connesso con le fasi della crescita e la ciclicità.
Uno di questi vede protagonisti Hera ed Ercole.
Hera, dea dell'Olimpo, non aveva molta simpatia per Ercole dal momento che egli era il frutto di una delle tante relazioni adulterine del marito Zeus, perciò non perdeva occasione per cercare di eliminarlo.
Avvenne che, mentre Ercole combatteva contro l'Idra di Lerna, Hera chiese ad un granchio di andare a contrastarlo nell'impresa. Così il granchio cercò di attaccarlo mordendogli un piede, ottenendo il risultato di essere prontamente schiacciato.
Per ricompensare il granchio del suo sacrificio, la Dea lo collocò nello zodiaco fra le costellazioni di Gemelli e Leone.
La costellazione dedicata al Granchio viene successivamente denominata Cancro per assonanza con il termine greco Karkìnos ed è la meno luminosa dello zodiaco.
Una delle caratteristiche del Cancro è la tendenza ad evadere dalla realtà e a coltivare il sogno dell'amore romantico e questo lo mette in stretta relazione con il mito di Selene (la Luna dei greci) ed Endimione.
Selene - che rappresenta la Luna piena - mentre percorre il cielo sul suo carro trainato da quattro cavalli bianchi, in prossimità di una grotta del monte Latmo, vede un bellissimo giovane addormentato, Endimione – che significa “colui che dimora dentro”.
Selene si sente irresistibilmente attratta da lui, entra nella grotta, si sdraia al suo fianco e lo bacia sugli occhi: inizia così la loro storia d'amore, una travolgente passione. Ogni notte la dea andava a trovare il suo amante e dalla loro unione nascono cinquanta figlie; ma Selene sa che un giorno Endimione morirà e non sopporta l'idea di perderlo; perciò la dea rivolge a Giove un'accorata preghiera e ottiene che il suo amato viva immerso in un sonno eterno, ma dorma con gli occhi aperti: Endimione potrà così continuare a vedere, per sempre, la sua compagna.
Altro mito riconducibile a questo segno è il Mito di Edipo.
Laio, re di Tebe, amareggiato per la mancanza di un erede, consulta l'Oracolo di Delfi che gli rivela come questa apparente sfortuna fosse in realtà un dono degli Dei poiché il bambino che sarebbe nato lo avrebbe ucciso e avrebbe sposato la propria madre – evento che sarebbe stato causa di sciagure e rovina.
Quando la moglie Giocasta dà alla luce il loro figlio, Laio lo prende, gli fa forare le caviglie per poterlo appendere ad una corda e lo abbandona.
Il bimbo viene trovato da un pastore che lo porta a Peribea, moglie di Polibo re di Corinto e viene chiamato Edipo - che in greco significa "piede gonfio" a causa delle ferite che aveva.
Anni dopo Edipo viene a sapere da un suo coetaneo che lo voleva offendere, che non era figlio di Polibo, ma un trovatello. Turbato, Edipo chiese notizie sulla sua nascita a colui che riteneva essere suo padre il quale asserì fermamente la falsità della notizia. Ma il dubbio si era fatto strada così Edipo parte per andare a Delfi e interrogare l'Oracolo dove la sacerdotessa lo caccia malamente inorridita da ciò che ha visto: avrebbe ucciso il padre e sposato sua madre.
Atterrito dal questa predizione e per evitare di uccidere Polibo e di sposare Peribea, Edipo decide di non tornare mai più a Corinto ma di andare a Tebe.
In quel tempo Tebe era in balia di una grave calamità impersonata da una sfinge che divorava tutti coloro che non riuscivano a rispondere ai suoi enigmi. Per questo motivo il re Laio va a Delfi per chiedere all'Oracolo come poter liberare Tebe.
Lungo la strada i due si incontrano. Il cocchiere di Laio - Polifonte - ordina ad Edipo di spostarsi per far passare il re e quando non ottiene obbedienza, gli uccide un cavallo e lo travolge con il carro ferendogli un piede.
Edipo reagisce e nella lotta lo uccide. Durante il combattimento Laio si trova incastrato nelle redini del cavallo di Edipo, cade a terra e viene trascinato fino a morire.
Così si compie la prima parte della profezia.
Dopo la morte di Laio i tebani eleggono re Creonte, fratello di Giocasta, ma anche lui non riesce a liberare Tebe dalla sfinge, perciò emana un editto in cui annuncia che avrebbe ceduto il trono e dato in moglie Giocasta a colui che avrebbe liberato la città.
Nel frattempo Edipo - sulla strada di Tebe - incontra la Sfinge accovacciata in prossimità della città che gli pone i suoi enigmi:
«Qual è l'essere che cammina ora a quattro gambe, ora a due, ora a tre che, contrariamente alla legge generale, più gambe ha più mostra la propria debolezza?».
«Esistono due sorelle, delle quali l'una genera l'altra, e delle quali la seconda, a sua volta, genera la prima. Chi sono?».
Edipo diede le sue risposte: alla prima “l'uomo” - che cammina a quattro gambe nell'infanzia, poi a due e infine si poggia ad un bastone nella vecchiaia; alla seconda “il giorno e la notte”.
Vinta la Sfinge, con grande sollievo Creonte cede il trono ad Edipo che sposò Giocasta.
La profezia si era avverata fino in fondo: il figlio aveva sposato la madre.
Interpretazione del Mito
È importante sottolineare che sul piano esoterico, il Cancro simboleggia una delle Porte Zodiacali e precisamente quella che le “Anime” hanno varcato prima di reincarnarsi.
Davanti a questa Porta esse hanno bevuto la Coppa dell’Oblio per dimenticare le vite precedenti.
Il Cancro simboleggia tutto l’Arco della Vita e per questo è legato al principio della
Maternità, è il Segno che fa nascere, che come Madre ci accompagna per la Vita che ha la sua naturale chiusura con la Morte.
Il governo del Cancro coincide nel periodo dell'anno in cui avviene il solstizio d'estate. È il momento in cui le giornate cominciano ad accorciarsi. Il Sole ha raggiunto il punto più alto nel cielo e – all'ingresso nel segno – sembra tornare indietro, i giorni iniziano ad accorciarsi ed è per questo che, nel mese di giugno, il sole è paragonato ad un granchio che procede a ritroso."
Il Granchio è un simbolo lunare collegato all'elemento acqua, riflette le maree e le fasi lunari; ha un carapace che protegge la parte più tenera e sensibile, cosa che suggerisce quella peculiarità del segno che porta a chiudersi in se stessi, nel proprio guscio che è difficile scalfire.
II mito di Edipo offre l'opportunità di considerare le varie dinamiche interpersonali fra le persone.
Descrive quella fase della vita che corrisponde alla preadolescenza. Il momento in cui Edipo ricorre alla sapienza dell'Oracolo di Delfi, corrisponde al periodo (verso gli 11 anni) in cui ci si trova in una via di mezzo, non si è più bambini ma non ancora adulti. Ecco quindi che nascono sentimenti contrastanti.
Per procedere in questa fase di passaggio si devono rinegoziare i rapporti con i genitori, che perdono quel controllo che avevano fino a quel momento sul loro figlio.
Qui si raffigura l'uccisione del padre che si concretizza con la ribellione verso il simbolo del potere paterno e il “matrimonio” con la madre che rappresenta la scoperta della propria sessualità - che si concretizza fuori dalla famiglia con le prime relazioni sentimentali.
Edipo – così come i ragazzi in questa età – agisce con azioni dettate dall'inesperienza (le esplosioni ormonali) che possono provocare danni o sensi di colpa che si manifestano quando si capiscono i propri errori.
Gli errori possono anche non essere gravi, ma il senso di colpa può essere
paragonabile a quello che deve aver sperimentato Edipo dopo aver saputo chi aveva ucciso e chi aveva sposato.
Dunque, il significato del mito è quello di riuscire ad emanciparsi dal ruolo infantile, anche attraverso i conflitti coi genitori.
I governatori
Governatore Exoterico: Luna
La Luna rappresenta la Madre archetipica e le appartengono le figure di divinità femminili: Artemide, Astarte, Vesta, Ecate. Tutte le divinità materne, notturne, lunari, appartenenti al regno delle Grandi Madri.
Dal punto di vista astrologico, contrariamente agli altri pianeti, come il Sole, la Luna governa un solo segno.
La Luna è un simbolo molto profondo. È il principio ancestrale legato al femminile, alla vita che nasce, all'acqua.
Dal punto di vista psicologico si possono assegnare molte metafore: i sentimenti, la sensualità, la madre, l’inconscio o lato d’ombra della psiche. La Luna collega il linguaggio del simbolismo e dei sogni, degli umori e della fantasia, rappresenta l’infanzia e le radici da cui si forma il carattere di un individuo.
La funzione alchemica della Luna è strettamente correlata con quella del Sole, infatti nel simbolismo alchemico Sole e Luna sono le due entità fondamentali che rappresentano il “maschile” e il “femminile” dalla cui congiunzione carnale deve nascere un “ermafrodito” che deve però maturare mediante procedimenti alchemici.
Governatore Esoterico: Nettuno
In veste di governatore esoterico, Nettuno rappresenta il punto di contatto tra la fine di un ciclo cosmico e l'inizio di un nuovo processo. È un'energia che vibra ad un livello più elevato, aiuta a dissolvere vecchi schemi e barriere spazio-temporali, così da condurre l'individuo su una dimensione trascendente, spirituale in modo che egli possa acquisire la capacità di confrontarsi con queste nuove dimensioni, con l'inconscio collettivo.
Nettuno nel processo di trasformazione individuale e collettiva la sua funzione è intimamente legata all'opera dell'Anima in manifestazione ed è “veicolo” della «coscienza Cristica», rappresenta “l' Iniziatore”, il pianeta di Cristo.
Perciò - essendo il segno del Cancro la porta di ingresso nell'Umanità in manifestazione - è indicativo del passaggio dell'Uomo che supera la “personalità” per sperimentare il piano “ transpersonale”.
I glifi
Il simbolo grafico del Granchio esprime l'essenza del segno del Cancro:un animale protetto da una dura corazza che vive tra terra (piano fisico) e acqua (piano emotivo), prolifico, racchiuso e schivo.
Le due chele simboleggiano lo spazio protetto del grembo e del guscio - dove il Cancro si richiude quando si sente minacciato; le chele rappresentano strumenti essenziali: le armi utilizzate per difendersi e combattere, e quelle che il “Cancro/Madre” usa per trattenere a sé i figli.
Il glifo rappresentativo di questo segno è una sorta di trascrizione ideografica del processo di gestazione che porta alla nascita: due piccoli cerchi con una appendice curva, disposti uno sopra l’altro con le teste opposte. Un segno che ricorda i glifo del Tao, nel doppio Yin e Yang.
È la raffigurazione di due centri di energia rotante, che con la loro azione elettromagnetica reciproca, si attirano, si uniscono, si differenziano, si moltiplicano e finiscono per attirare un'entità completa.
Luna
La mitologia riporta che dalla titanessa della luce, Teia "colei che splende fin lontano” e dal fratello Iperione, identificato con la luminosità del cielo, nacquero: Elios-il grande Sole, Selene - la splendida Luna, ed Eos, la luce dell'Aurora.
Le tante simbologie legate alla Luna si ritrovano nei miti che parlano di Selene, Artemide, Ecate, Lilith ed è collegata al culto della nascita e della morte.
Nel glifo viene rappresentata in fase crescente. In realtà tutte le sue fasi sono ampiamente simboliche:
la fase crescente rappresenta l'adolescente, la giovinezza e l'audacia; la fase della Luna piena è la maturità della donna e la fase di Luna calante l'età matura, la vecchiaia. Anche la sua assenza alla visione notturna indica il simbolismo profondo della morte.
Per gli alchimisti, il simbolo della Luna era intercambiabile con quello dell'argento.
Nettuno
Il glifo di Nettuno è il tridente è simbolo della Trinità: Shiva-Vishnu-Brahama, Padre-Madre-Figlio, Volontà-Amore-Intelligenza.
Questa “trinità” può essere identificata anche con la triade della personalità – corpo fisico, emotivo e mentale – ferma e stabile sulla croce della materia in cui si sente intrappolata, ma che tende verso l'alto.
È lo slancio sofferto dell'Anima racchiusa nella materia che aspira a tornare alla sua sorgente – lo Spirito.